lunedì 17 dicembre 2012

INCANTESIMO Evocazione del Guardiano

Il "Guardiano" è una entità cui Lovecraft allude con reticente terrore in alcuni suoi testi narrativi e poesie. Corrisponde, in parte, al "guardiano della soglia" della tradizione occulta occidentale, ma con risvolti più tenebrosi e drammatici. Coloro che erano in grado di operare col Necronomicon lo evocavano per vigilare sul loro tempio magico e per farne uno "schiavo" per le loro operazioni. Ma era un pericoloso schiavo, perché sempre pronto a "divorare" (ovvero, a risucchiarne vampiricamente la personalità) il proprio presunto signore. Ecco le formule rituali che venivano impiegate per richiamarlo da suo spaventoso intermundium.
"Questo è il Libro dell’Evocazione del Guardiano, le cui formule io, Alhazred, ho ricevuto dallo scriba di Enki, il nostro Padrone, Signore di tutta la Magia.
"Gran cura va posta acciò che questo spirito indomabile non si ribelli contro il Mago, e per questo motivo va celebrato un sacrificio preliminare in una coppa nuova e pura, con iscritti gli appropriati sigilli, che sono i tre segni oscuri incisi nella caverna della Rocca in cui avvenne la mia iniziazione [presumibilmente, la sconosciuta città di Yrem nel Deserto Crèmisi - ndr]. E sono:
"Questi segni debbono essere incisi sulla coppa con uno stilo sottile, o su di essa tracciati in inchiostro nero. L’offerta sacrificale dev’essere di pane chiaro, resina di pino e dell’erba chiamata Olieribos [va bene una qualsiasi pianta aromatica sottoposta al regime di Saturno: acònito, asfodelo, coca, cipresso, finocchio, giusquìamo, mandragora, ginepro - ndr]. Le offerte vanno bruciate in una coppa nuova. E accanto va posta la spada che chiamerai Spada del Guardiano, col suo Sigillo inciso sulla lama [presumibilmente, il sigillo in questione è il Segno degli Antichi, che Lovecraft traccia così: ¥ - ndr]. E abbila sempre a portata di mano, perché il Guardiano abiterà il luogo nel momento in cui pronunzierai il suo Richiamo, e se ne andrà soltanto allorché celebrerai il rito del Congedo.
"Il Guardiano proviene da una Razza differente da quella dell’Uomo, e diversa anche da quella degli Dèi: e si dice che egli fosse con Kingu e le sue orde al tempo della Guerra tra i Mondi, ma entrò in disaccordo e si unì alle armate del Signore Marduk.
"Per conseguenza, è saggio evocarlo nei Nomi dei Tre Grandi Guardiani che esistevano prima del Conflitto da cui infine sorse il Guardiano e la sua Stirpe: ed essi Tre sono ANU, ENLIL e il Signore ENKI delle Acque Magiche. Ed è per questo motivo che Essi sono talvolta chiamati i Tre Guardiani, MASS SSARATI, e il Guardiano MASS SSARATU, o KIA MASS SSARATU.
"E il Guardiano si mostra talvolta nella forma di un grande e feroce Cane, che s’agguata dinnanzi alla Soglia o al Circolo, e terrorizza gli idimmu [corrispondenti agli "elementali" della tradizione magica d’Occidente - ndr] che in eterno dimorano attorno alle barriere, in attesa dei sacrifici. E il Guardiano innalza la Spada di Fiamma: della quale anche gli Antichi Dèi ebbero sgomento.
"E talvolta il Guardiano si mostra in aspetto di Uomo dalla Lunga Veste, raso di peli, con occhi che non deflettono mai dalla mira. E il Signore dei Guardiani dimora - così è detto - tra le Desolazioni dell’IGIGI: e Guarda soltanto, e giammai leva la Spada o combatte gli idimmu, se non quando viene evocata l’Intesa da nessuno meno che gli Antichi Dèi nel loro Consiglio, o dai Sette Gloriosi Aphkhallu.
"E talvolta il Guardiano si mostra come il Nemico, pronto a divorare il Sacerdote che commette errori nei suoi incantesimi, oppure trascura di celebrare il sacrificio, o agisce in isfida all’Intesa: azione per la quale gli stessi Antichi Dèi non potrebbero impedire alla Razza silenziosa di esigere il prezzo del sangue. E si dice che taluni di quella Razza siano in attesa degli Antichi, perché nuovamente giungano a dirigere il Cosmo, e assumano la guida di tutte le cose, e diano leggi a ciò che è senza legge. Questo è ciò che vien detto".
L’Invocazione preliminare
"Allorché sia giunto il tempo d’evocare per la prima volta il Guardiano, sia netto e puro il luogo della cerimonia; e traccerai attorno a te un doppio cerchio di bianca farina di grano. E non ci sarà all’interno alcun altare, ma soltanto la Coppa di nuova fattura, con incisi i tre Sigilli. E compirai allora il Rito del Fuoco, con i connessi sacrifizî, nella coppa ardente. E la Coppa assumerà il nome di AGA MASS SSARATU, e non verrà usata per altra funzione che non sia l’invocazione del Guardiano.
"E la Coppa sia posta fra l’uno e l’altro Circolo di farina bianca, in direzione di Nord-Est.
"E le tue vestimenta siano nere, e il tuo capo sia coperto da un cappuccio anch’esso nero.
"A portata della tua mano sia la Spada.
"Ciò si compia nell’Ora più Tenebrosa della Notte. E non vi sia luce, se non quella che viene dalla AGA MASS SSARATU.

"Pronunzia allora l’Invocazione dei Tre, come segue:
ISS MASS SSARATI SHA MUSHI LIPSHURU RUXISHA LIMNUTI!
IZIZANIMMA ILANI RABUTI SHIMA YA DABABI!
DINA DINA ALAKTI LIMDA!
ALSI KU NUSHI ILANI MUSHITI!
IÄ MASS SSARATI ISS MASS SSARATI BA IDS MASS SSARATU!


"Questa formula particolare dovrà essere pronunziata ogni volta che il Sacerdote si ritenga in pericolo, del corpo o dello spirito. Giungeranno allora in suo soccorso i Tre Guardiani, e il Supremo Guardiano.

"Ciò detto, si pronunzieranno le parole IDS MASS SSARATU. E si configgerà con forza la Spada nel terreno dinanzi alla AGA MASS SSARATU.
"Allora, si manifesterà il Guardiano per assumere le istruzioni dal Sacerdote".
Le invocazioni successive
"Queste verranno celebrate nel corso di qualsiasi Cerimonia in cui sia necessario convocare il Guardiano perché vìgili i confini di un Circolo o una Soglia. La Spada va confitta nel terreno come già visto, in direzione nord-est, ma la AGA MASS SSARATU non sarà necessaria, a meno che tu da più di una luna non abbia celebrato sacrifici al tuo Guardiano. Nel qual caso, dovrai sacrificare in suo onore.

"
Solleva la coppa delle Invocazioni - la coppa di Inanna - e pronuncia la formula con voce chiara e ben distinguibile:
IÄ MASS SSARATU!
Ti cònvoco per il Fuoco di Girra,
i Velami della Sommersa Varloorni,
e per le Luci di SHAMMASH.
Ti cònvoco qui, di fronte a me, come ombra visibile
in forma visibile, per Vigilare e Proteggere
questo Sacro Circolo, questa Santa Soglia di [nome].
Colui il cui Nome è Indicibile, il Numero è Inconoscibile,
che nessun uomo ha mai scorto,
che nessun geometra ha misurato,
che nessun mago ha evocato
TI CHIAMI QUI ORA!
Lèvati: per ANU io ti cònvoco!
Lèvati: per ENLIL io ti cònvoco!
Lèvati: per ENKI io ti cònvoco!
Desisti dall’essere il Dormiente di EGURRA.
Desisti dal giacere in attesa sotto le Montagne di KUR.
Lèvati, dai pozzi dell’antico olocausto!
Lèvati, dal remoto Abisso di NARR MARRATU!
Vieni, per ANU!
Vieni, per ENLIN!
Vieni, per ENKI!
Nel nome del Patto, lèvati e vieni dinanzi a me!
IÄ MASS SSARATU! IÄ MASS SSARATU!
IÄ MASS SSARATU ZI KIA KANPA!
BARRGOLOMOLONETH KIA!
SHTAH!


"Il Guardiano, a questa invocazione si disporrà a vigilare la Soglia o il Circolo, e vi rimarrà fin quando il celebrante non gli darà licenza di andare poggiando la mano sinistra sull’elsa della Spada e pronunziando la formula BARRA MASS SSARATU! BARRA!

"Non dovrai mai abbandonare il tuo sacro recinto prima di aver dato licenza di andare al Guardiano, o quegli ti divorerà. Tali sono le leggi".
Invocazione dello Spirito del Fuoco

"
Questa che segue è l’invocazione allo Spirito del Fuoco, con la quale va consacrata la Coppa del Sacrificio:
Spirito del Fuoco, Ricorda!
GIBIL, Spirito del Fuoco, Ricorda!
GIRRA, Spirito delle Fiamme, Ricorda!
O Dio del Fuoco, Possente Figlio di ANU, Spaventevole fra i Tuoi Fratelli, sollèvati!
O Dio della Fornace, Dio della Distruzione, Ricorda!
Sollèvati, o Dio del Fuoco, GIBIL, nella tua Maestà, e divora i miei nemici!
Sollèvati, o Dio del Fuoco, GIBIL, nella tua Forza, e ardi le potenze malvage che mi perseguitano!
GIBIL GASHRU UMANA YANDURU
TUSHTE YESH SHIR ILLANI U MA YALKI!
GISHBAR IÄ ZI IÄ
IÄ ZI DINGIR GIRRA KANPA!
Lèvati, Figlio del Disco Fiammeggiante di ANU!
Lèvati, Figlio dell’Aurea Arma di MARDUK!
Non sono io, ma ENKI, Signore della Magia, che ti cònvoco!
Non sono io, ma MARDUK, Uccisore del Serpe, che ti chiamo:
vieni, qui e ora!
Ardi il Male e i Malvagi!
Ardi lo Stregone e la Strega!
Divorali! Bruciali! Distruggili!
Consuma loro le forze!
Pòrtali via!
Lèvati, GISHBAR BA GIBBIL BA GIRRA ZI AGA KANPA!
Spirito del Dio del Fuoco, sei convocato!
HAHAMMANUNU!
"Questa invocazione va pronunziata prima di ardere il sacrificio al Guardiano, nella AGA MASS SSARATU".


L’evocazione di Cthulhu, il Dio Morto
Il Grande Cthulhu, orrida creatura semi-divina, secondo la tradizione pre-umana, pur "morto" giace in attesa sognando nella rocca della sommersa città di R’lyeh. Quanto i tempi saranno giunti, leverà il suo orrendo richiamo verso le stelle, per convocare la sua progenie e reclamare nuovamente il dominio di questo mondo nel nome delle entità delle tenebre. Questa è una delle formule rituali che venivano pronunziate per evocarne una raffigurazione virtuale:

Possa NAMMTAR aprire i miei occhi, perché io possa vedere…
Possa NAMMTAR aprire i miei orecchi, perché io possa udire…
Possa NAMMTAR aprire le mie nari, perché io possa avvertire la sua venuta…
Possa NAMMTAR aprire la mia bocca, perché la mia voce sia udita fino alle estremità della Terra…
Possa NAMMTAR rafforzare la mia mano destra, perché io sia forte, e tenga il Morto… sotto il mio potere, sotto il mio potere.
Io ti invoco, o Antenato degli Dèi!
Io ti cònvoco, o Creatura delle Tenebre, ad opera delle Tenebre!
Io ti cònvoco, o Creatura dell’Odio, ad opera dell’Odio!
Io ti cònvoco, o Creatura della Desolazione, per i Riti della Desolazione!
Io ti cònvoco, o Creatura del Dolore, per le Parole del Dolore!
Per i Quattro Pilastri agli Angoli della Terra che sorreggono il Cielo:
che siano incrollabile difesa contro coloro che vogliono il mio male!
Io ti èvoco dal luogo in cui giaci dormendo, nelle viscere dell’Abisso!
Io ti chiamo: che le tue orecchie odano la Parola che mai è pronunziata,
se non da Chi ti ha generato, gli Antichi di tutti i Tempi!
La parola che stringe e comanda è la mia Parola!
IÄ! IÄ! IÄ! NNGI BANNA BARRA IÄ!
IARRUGISHGARRAGNARAB!
Io ti invoco, o Antenato degli Dèi!
Io ti cònvoco, o Creatura delle Tenebre, ad opera delle Tenebre!
Io ti cònvoco, o Creatura dell’Odio, ad opera dell’Odio!
Io ti cònvoco, o Creatura della Desolazione, per i Riti della Desolazione!
Io ti cònvoco, o Creatura del Dolore, per le Parole del Dolore!
Io ti cònvoco, ti lancio il mio Richiamo, dalla tua dimora nelle Tenebre!
Io ti èvoco dal luogo in cui giaci dormendo, nelle viscere dell’Abisso!
Che il Morto si sollevi!
Che il Morto si sollevi e aspiri l’incenso!


"Questa formula va recitata una sola volta. Se il Dio non appare, non insistere: sarebbe a tuo detrimento. Chiudi il rito in silenzio, perché ciò vuol dire che i Tempi non sono favorevoli, o che Egli è impegnato in qualcosa da cui è bene non distoglierLo".

Contro le forze del male
"Se sei perseguitato dagli incantesimi degli adoratori degli Antichi, fàbbricati immagini a loro somiglianza, una maschile e una femminile, e bruciale nelle fiamme della AGA MASS SSARATU, pronunziando il seguente Incantesimo del Legame:

Io vi invoco, Dèi della Notte!
Insieme con voi io chiamo la Notte, la Donna Velata
io chiamo il Meriggio, la Tenebra e il Mattino:
perché mi hanno incantato
lo Stregone e la Strega mi hanno legato.
Il mio Dio e la mia Dea gemono su di me,
sono immerso nel dolore a causa del male che mi opprime.
Io mi levo ritto, non rimango a giacere
né durante la notte né durante il giorno.
Hanno riempito la mia bocca di corda!
Hanno chiuso la mia bocca con l’erba!
Hanno disseccato l’acqua per la mia sete.
La mia gioia è dolore, la mia felicità è pena.
Levàtevi, o Grandi Dèi! Udite il mio lamento!
Datemi giustizia! Considerate la mia condizione!
Ho le immagini dello Stregone e della Strega,
del mio incantatore e della mia incantatrice.
Che tre Guardiani della Notte dissolvano i loro malefici!
Che le loro bocche si dissecchino,
le loro lingue diventino vischiose.
Che le parole che hanno pronunziato a mio danno
si sciolgano come la cera!
Che l’incantesimo che hanno intessuto si dissolva come miele.
Il loro nodo è sciolto!
La loro opera è distrutta!
Le loro voci risuonano nel deserto e nella desolazione:
perché questo è ciò che hanno decretato gli Dèi della Notte.
Tutto è finito.


"Questo incantesimo ti proteggerà, prima della Cerimonia del Guardiano, dagli influssi malefici di coloro che potrebbero ostacolare la tua opera".

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